giovedì 4 giugno 2009

La pluralità della donna nella pubblicità non esiste

O siamo madri/mogli/casalinghe


o..donne oggetto



è così da sempre:


anni 50


anni 60


anni 70


anni 80


anni 90



Nelle pubblicità ci sono donne intrappolate in ruoli stereotipati che le rendono tali e quali alle merci da pubblicizzare.
Siamo talmente abituate alla presenza di nudi femminili in pubblicità che, il più delle volte, restiamo indifferenti di fronte a qualsiasi presenza femminile che ammicca, sorride, simula un orgasmo o si spoglia per attirare l’attenzione.
Ma a volte restare indifferenti non è possibile: un po' per l'invadenza delle immagini sempre più oltre il limite della decenza un po' perché qualsiasi donna, consapevole del suo essere donna, non può che provare rabbia e senso di prevaricazione.


Non possiamo che indignarci di fronte ad una pubblicità che evoca e inneggia ad uno stupro di gruppo, dove il confine tra piacere condiviso e sopraffazione è indefinito.


La donna, stretta dalla mano maschile sembra quasi compiacersene, il suo viso comunica non dolore, come dovrebbe essere in una situazione di sopraffazione, ma piacere.
Confondendo l’abuso con il desiderio. La violenza con l’amore. La virilità con il fascino.
Si confonde il sopruso con la libera scelta.



realizzato da Simonetta Marino

La donna come oggetto nella pubblicità



Tipico esempio di donna oggetto … il corpo nudo della donna viene utilizzato come espositore per il prodotto da pubblicizzare. La donna viene considerata solo come un corpo senza ne faccia ne cervello. In quest'immagine il prodotto è posizionato tra il seno della donna,in modo che l'occhio umano sia attirato dal seno, lasciando il prodotto in secondo piano... tutto questo è vergognoso e deprimente nei confronti di tutte le donne.




Ulteriore pubblicità in cui la donna viene UTILIZZA (come pura merce) come cavalletto su cui poggiare il prodotto pubblicizzato. Qui è ancora più squallida la scelta di posizionare l'oggetto sopra le parti intime della donna.


Video la donna oggetto esame di laboratorio audiovisuale


Leggi l'articolo sulla campagna "Ti spengo e non ti compro" lanciata da Emma Bonino.


Testo: Emanuela Gavita

Il corpo delle donne nella pubblicità:: Tom Ford


Le campagne pubblicitarie del marchio Tom Ford fanno una scelta sessista molto dichiarata. L'azienda vende abbigliamento e accessori per uomini e donne, ma le immagini della donna nelle pubblicità Tom Ford sono di forte appello sessuale dove la donna diventa "oggetto" di desiderio.



Iniziando dalle immagini del profumo che si trova appoggiato sul corpo nudo e sudato di una donna, in posizioni strategiche e di forte appello erotico. In mezzo a gambe i seni il profumo diventa il minore dei desideri. In queste immagini è il sesso della donna in vendita, è l'immaginario che gioca la sua parte.



Nelle pubblicità per l'abbigliamento uomo troviamo lo stereotipo della donna casalinga in uno e della donna possessiva nell'altro. L'unico "particolare" è che entrambe le donne sono nude. I vestiti indossati dall'uomo lo rappresentano come il business men, l'uomo che lavora e con uno status sociale più alto.



Per la pubblicità degli occhiali l'immagine è ancora più forte. Troviamo una donna con un dito da uomo infilato in bocca. Richiami sessuali anche qui: il dito medio come simbolo del pene, la bocca rossa la vagina e l'espressione di dolore nel volto della donna donando alla foto una forte dose erotica violenta.